Gen 24, 2023 | News
“Finalmente il ritorno alle origini, andremo a rioccupare le sale un tempo frequentate da Matilde Serao, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, Benedetto Croce e Gabriele D’Annunzio. È una storia lunga 87 anni da quando il locale fu chiuso nel ’37. Michele Sergio, il ragioniere, lo rilevò nel 73’ con l’idea di riportarlo agli antichi splendori. Proseguirono poi nell’impresa Antonio e Arturo Sergio e Giuseppe Rosati, sino a ieri quando finalmente Benedetta Sergio, Michele Sergio e Massimiliano Rosati sono riusciti ad acquisire gli originali vani che costituivano il corpo storico del locale”, spiega a NapoliToday l’amministratore unico del Gambrinus Arturo Sergio.
“Plauso va dato ad Amato Lamberti, ex presidente della Provincia e ad Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro e presidente della Fondazione Univerde e docente nelleuniversità di Milano Bicocca,Roma Tor Vergata e Napoli Federico II per il sostegno, sino all’attuale sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dimostratosi molto sensibile al tema”, conclude Sergio.
“Auguri al Gambrinus e ai loro proprietari e grazie a Gaetano Manfredi. Ero un giovane consigliere Regionale quando nel 1990 scoprii che al Gambrinus mancavano le sale più belle occupate da una banca. Sono contento che la Città Metropolitana abbia portato a termine questo recupero che iniziammo negli anni ’90 con il Presidente Amato Lamberti e a cui ho avuto l’onore di assistere da ministro dell’Agricoltura. Poco dopo l’elezione di Manfredi mi ero permesso di chiedergli pubblicamente per il centro città tre interventi attesi da anni, il ripristino del Gambrinus storico, il recupero della Galleria e dei porticati di piazza Plebiscito, sono atti simbolici e pratici secondo me importanti come quando ero consigliere comunale di Napoli lo furono le pedonalizzazioni di piazza Plebiscito prima e di via Toledo successivamente”, spiega Pecoraro Scanio.
Il Palazzo della Prefettura, già Palazzo della Foresteria fu costruito agli inizi dell’800, precisamente nel 1815, su progetto dell’architetto neoclassico Leopoldo Laperuta (1771-1858), quando il Re Ferdinando I decise di erigere un fabbricato – sul terreno ricavato dal preesistente convento di Santo Spirito, sorto nel 1326 – per ospitare i forestieri che venivano a visitare la corte borbonica.
Nel 1890, su progetto di Antonio Curri e la partecipazione di 43 collaboratori tra scultori e pittori, al pian terreno dell’edificio fu realizzato il Caffè Gambrinus che prosperò fino al 1938, allorquando il prefetto Giovanni Battista Marziali ne ordinò la chiusura perché considerato luogo antifascista. Da quel giorno i locali furono ceduti in parte al Banco di Napoli, in parte ad altri esercizi.
Dal 1973 si è assistito a un progressivo recupero, che ha portato il Caffè a essere quello che è oggi. L’atto firmato questa mattina può, adesso, 85 anni dopo il suo smembramento, costituire il primo passo per il recupero della sua dimensione originaria, mantenendo la funzione di caffè letterario e di promotore di iniziative culturali nel salotto della Città. “L’evento segna un’altra importante tappa nel processo di valorizzazione dei beni del patrimonio dell’Ente – ha affermato il Consigliere Delegato Sabino – e, considerato il particolare interesse storico dell’immobile, è foriero di nuove forme di partecipazione e condivisione di progetti e iniziative in un percorso di valorizzazione di più ampio respiro, per il rilancio culturale di tutta l’area metropolitana”.
Rassegna stampa – Locali storici d’Italia – 20/01/23 Napoli Today