Cosa scoprire nella città che ospita una delle piazze più belle d’Italia
Uno dei gioielli delle Marche è indubbiamente la città di Ascoli Piceno che, sorta quasi 2500 anni fa in epoca pre romana, è conosciuta anche come la Città dalle Cento Torri: ve ne erano infatti quasi 200 anche se oltre la metà venne abbattuta nel XIII secolo da Federico II. Il cuore della città è interamente costruito in travertino, con la pietra protagonista indiscussa del panorama urbano. I blocchi di travertino, provenienti dalle vicine cave di Piceno, donano una bellezza armoniosa, uniforme, elegante ed accogliente caratterizzando palazzi, chiese e testimonianze storico artistiche. A lasciare completamente spiazzati è l’impatto che si ha con Piazza del Popolo, con il suo grandioso scenario rinascimentale, considerata una delle più belle piazze italiane
Letteralmente incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti dotati di portici e merlature, è pavimentata con le lastre di travertino che creano suggestioni uniche a seconda dell’illuminazione o degli effetti a specchio dopo la pioggia. La piazza, di forma rettangolare, ha assunto la sua conformazione architettonica nei primi anni del XVI secolo grazie all’attività di privati che fecero costruire e sopraelevare i fabbricati e all’ultimazione del colonnato, eretto per coprire le irregolari botteghe medievali che si affacciavano sulla piazza. Il suo spazio è circoscritto dalla possente facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, dal Caffè Meletti, dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, cui è addossata l’edicola di Lazzaro Morelli. Il Palazzo dei Capitani del Popolo sorge sul lato ovest di Piazza del Popolo e risulta costruito nel suo nucleo originale tra la fine del XIII ed il XIV secolo dall’accorpamento di tre edifici medievali. Nato come sede dei deputati dei ceti artigiani divenne sede del Capitano del Popolo. Nel corso della sua storia ha subito diversi rimaneggiamenti tra cui un nuovo piano tra il primo e il secondo, una sorta di seconda facciata, un nuovo portale distrutto in seguito ad un incendio e lo splendido cortile su tre ordini di logge. Attualmente l’edifico è sede dell’Assessorato alla Cultura e di mostre temporanee: nella Sala degli Stemmi le pareti affrescate ricordano i Governatori Pontifici che qui hanno operato nell’ottocento.
La Basilica di San Francesco è una delle attrazioni di maggior rilievo ad Ascoli Piceno, con le sue torri esagonali quattrocentesche, le volte a crociera e la cupola del Cinquecento. La facciata principale con coronamento orizzontale presenta tre portali, di cui quello centrale finemente decorato. Sulla sommità dell’arco è posto l’agnello simbolo dei lanari ascolani che contribuirono alle spese per la sua costruzione. Sul portale laterale venne aggiunto il monumento a Papa Giulio II e sullo stesso fianco vi sono anche l’edicola barocca e la Loggia dei Mercanti. L’interno si sviluppa con pianta rettangolare a croce latina divisa in tre navate, coperte con volte a crociera. La ricchezza decorativa del gusto gotico è ben espressa nei finestroni acuti delle pareti. La Chiesa è al centro di un complesso monumentale che comprende anche il Chiostro Maggiore e il Chiostro Minore. Il Maggiore, detto Piazza della Verdura per il mercato che vi si tiene ogni giorno, si caratterizza per venti arcate a tutto sesto su colonne corinzie, e per un bel pozzo gotico di forma ottagonale. Altro luogo storico della piazza è il Caffè Meletti, collocato a sinistra del Palazzo dei Capitani del Popolo, che fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
A contendere a Piazza del Popolo il ruolo di di centro civile e religioso di Ascoli Piceno è Piazza Arringo, molto più estesa, che prende il nome dalle adunate del popolo, ovvero le arringhe,che si svolgevano sotto un olmo. Qui si trova il Duomo di Sant’Emidio, patrono di Ascoli e protettore dai terremoti, celebre soprattutto per la cripta in cui è conservato il mausoleo con il corpo del santo e il meraviglioso Polittico del Crivelli. Il vicino Battistero di San Giovanni è uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Italia, che conserva ancora la fonte battesimale a immersione del XII secolo. Ci sono poi il Palazzo dell’Arengo, oggi sede della Pinacoteca Civica e del Comune, e il Palazzo Episcopale che ospita il Museo Diocesano con alcune opere del Crivelli. Nella Pinacoteca, presso la Sala Mercatori, si trova la segreta “Carrozza del tempo” che accende i finestrini, veri e propri monitor incastonati nelle aperture che permettono la visione di immagini e l’ascolto di una narrazione sulla storia della città. Un altri interessante museo è quello della Ceramica, nella chiesa di San Tommaso, dove i certamente decorano con sapiente maestria e pazienza.
A collegare tra loro le piazze c’è il reticolo di strade di impianto medievale costellate da altri importanti monumenti come il ponte romano di Solestà, visitabile anche all’interno attraverso un corridoio d’ispezione, il palazzetto longobardo con la Torre degli Ercolani, le caratteristiche chiese di San Vincenzo e Sant’Anastasio, il ponte di Cecco che si erge accanto al Forte Malatesta. Poco conosciuto dai turisti è il Tempio di Sant’Emidio alle grotte, che sorge dove, secondo la leggenda, il Santo decapitato portò da solo la propria testa perché voleva essere seppellito in un luogo consacrato, che poi risulto essere quello dove sorgeva la necropoli cristiana di Ascoli Piceno. Il tempietto è un bellissimo esempio di architettura barocca integrata nella roccia; fu eretto nel 1721 per ringraziare Sant’Emidio di aver salvato Ascoli dal terremoto del 1703.
Parlare di Ascoli Piceno, però, significa menzionare anche la prelibata gastronomia. Il piatto più rappresentativo è ovviamente l’oliva ascolana, che richiede, oltre a prodotti eccellenti come maiale, pollo, manzo, vino, uova, parmigiano e olio, ,tempo e fatica. Le olive fanno parte, di solito, del “fritto misto” con costolette di agnello, carciofi e la crema pasticcera fritta, che si può mangiare come antipasto o secondo. Gli altri piatti della cucina locale sono chitarre, tagliatelle e maccheroni al ragù di carne. Tra i secondi spiccano le tagliate di razza marchigiana e tra i dolci le castagnole all’anice, Frustingo preparato con noci, fichi secchi, mandorle e la Pizza dolce, una sorta di zuppa inglese. Non mancano i vini, come il Rosso Piceno Superiore e il Falerio. Ma ogni pranzo è d’obbligo che si conclusa con un’anisetta Meletti.
Rassegna stampa – Locali storici d’Italia : 27/02/20